Declinazioni del trauma.
Esiti destrutturanti e tentativi di simbolizzazione
Di Laura Porta. Prefazione di Aldo Raul Becce.
Franco Angeli Editore, 2023.
Il trauma psichico è materia incandescente, misteriosa e porosa, per definizione appare e scompare, ha contorni sfumati e non è sempre facilmente focalizzabile. A volte lo ritroviamo con facilità, scavando nella biografia analitica di una persona, a volte si annida nelle maglie del passaggio transgenerazionale, a volte è completamente perduto nell’oblio. Ciò che lo rende materia incandescente è la sua stessa natura, perché si parli di trauma bisogna che l’accaduto sia scabroso, indicibile, incommensurabile, ma non solo. Sul trauma è stato detto tutto e il contrario di tutto, si tratta di un fatto realmente accaduto? Di un evento che ha marchiato indelebilmente la psiche di un soggetto? Oppure dell’apertura di una possibilità, di un taglio necessario, separativo e generativo? Il trauma è tutte queste cose insieme e i suoi esiti sono differenti sulle diverse persone, quindi non esiste un fatto che possa di per sé definirsi traumatico. Dunque un enorme mistero, che va declinato nelle storie singolari dei soggetti, una per una, a tal punto che non si può parlare di trauma, al singolare, ma di traumi, al plurale. A causa di questo tema teorico il panorama psicoanalitico e delle psicologie, dagli albori fino ad oggi, è attraversato da scenari di dispute divenute nel tempo inconciliabili e insanabili, con scissioni, espulsioni, eresie. Si può parlare ancora di trauma cercando di ospitarne la complessità senza dover essere necessariamente eretici? Questo libro è un tentativo di conciliare diverse visioni e declinazioni ospitandone i contrasti e le differenze, introducendo delle distinzioni specifiche a partire dal lavoro clinico, con delle osservazioni che possono essere una guida utile a chi svolge una professione analitica ma anche per chi vuole saperne di più sulla complessità del tema.