Dott.ssa Laura Porta
Psicologa, psicoterapeuta, psicoanalista e giornalista
Bisogna avere il coraggio di vivere fino in fondo anche l’insignificanza dell’esistenza per essere all’altezza di un dialogo con il depresso. E solo muovendosi intorno a questa verità, che è poi la verità che tutti gli uomini si affannano a non voler sentire, può aprirsi una comunicazione. Comunicazione rischiosa, non perché ci può trascinare nella depressione, ma perché può tradire la nostra insincerità. Il depresso infatti è sensibile al volto che smentisce la parola, e il suo silenzio smaschera la finzione e l’inconsistenza. Per questo i volti dei depressi sono rigidi e pietrificati. Abitando la verità dell’esistenza con tutto il suo dolore, essi non stanno al doppio gioco della parola che danza disinvolta nell’insensatezza della vita, o che, impegnata, indica una formazione di senso laggiù ai confini del deserto
Umberto Galimberti: I divoratori di psicofarmaci, “la Repubblica”, 3 marzo 2003
Solida formazione psicoanalitica ed ampia esperienza clinica e di ricerca
La rigorosa formazione psicoanalitica a orientamento freudiano e lacaniano si affianca ad una lunga pratica clinica su: depressione, attacchi di panico, anoressia e bulimia, nuove tossicomanie, problemi adolescenziali e della famiglia, disturbi psicosomatici. Ha approfondito la sua ricerca clinica e teorica sulla medicalizzazione della vita e sulla disabilità. Svolge un lavoro di sensibilizzazione come membro della redazione del Giornale della Casa dei Diritti di Milano, registrato all’elenco periodici del Tribunale di Milano. È membro della redazione della collana di psicoanalisi Altro Discorso, Mimesis Edizioni. È socio fondatore con Massimo Recalcati di Jonas Onlus, associazione nazionale di psicoanalisi nel sociale.
Il lavoro clinico si affianca ad un impegno rinnovato e costante nella ricerca e nel lavoro nelle istituzioni per tre esigenze fondamentali:
- promuovere le conoscenze scientifiche orientandosi nell’attualità della ricerca psicoanalitica;
- monitorare costantemente il rapporto tra discorso sociale e la logica dei nuovi sintomi;
- permettere un loro trattamento terapeutico anche laddove le condizioni socio-economiche e psico-fisiche potrebbero essere da ostacolo.
Per rendere possibile questo la Dott.ssa Laura Porta mantiene rapporti continui di collaborazione con la rete delle istituzioni pubbliche (scuole, ospedali, comunità terapeutiche, centri sociali, associazioni culturali).È psicoterapeuta, psicoanalista e giornalista. Nel 2003 è stata socio fondatore di Jonas Onlus e nel 2010 di ALIpsi (Associazione Lacaniana Italiana) di cui è stata coordinatrice milanese dal 2011 al 2014. Ha svolto la propria formazione analitica con Massimo Recalcati e Romano Màdera.
Attualmente è membro della Società Milanese di Psicoanalisi, docente IRPA, Istituto di Ricerca in Psicoanalisi Applicata membro della giunta di SABOF, Società di Analisi Biografica a Orientamento Filosofico.
Ha collaborato fino al 2019 come borsista con l’Azienda Ospedaliera “G. Salvini” di Garbagnate Milanese, dove si è occupata di ricerca, cura e formazione del personale medico e infermieristico. Da questa esperienza è nata la pubblicazione del testo della collana Jonas: “Corpi ipermoderni, la cura del corpo in psicoanalisi”, edito da Franco Angeli.
È membro dell’équipe di Jonas Monza Brianza e collabora con l’Ospedale di Desio, dove si occupa di adolescenti a rischio.
È autrice di numerose pubblicazioni e interventi pubblici in ambito psicoanalitico.
PUBBLICAZIONI E RICERCA
2014 ad oggi
È nella redazione del Giornale – Blog della Casa dei Diritti di Milano, periodico registrato presso il Tribunale di Milano
Maggio 2012
È autrice e curatrice della pubblicazione “Corpi ipermoderni. La cura del corpo in psicoanalisi”, editore Franco Angeli, Collana Jonas, Milano, 2012.
2010 ad oggi
È responsabile del progetto Laboratorio di Immagine e Parola RiSc@tto, per la prevenzione del disagio adolescenziale presso Jonas Monza Brianza.
2010 ad oggi
È responsabile del progetto Adolescenti in Pronto Soccorso Cont@tto, presso l’Ospedale di Desio (MB) in collaborazione con Jonas Monza Brianza.
2011
È coordinatrice del gruppo di lavoro su “La passe e la formazione dell’analista”, per ALIPSI.
2011
È coordinatrice del gruppo di lavoro “Essere lacaniani oggi”, in preparazione del I Convegno Nazionale ALIPSI.
2010 – 2013
È coordinatrice milanese di ALIPSI – Associazione Lacaniana Italiana di psicoanalisi.
2010
È autrice della Pubblicazione scientifica: “Pablo, il panico e la mancanza che viene a mancare”, in “Ritratti della nuova clinica, psicoanalisi e sintomi contemporanei”, a cura di Mariela Castrillejo, ed. Franco Angeli, Milano, 2010
2009 – 2014
È conduttrice di una ricerca-intervento sulle implicazioni psicologiche di dialisi e trapianto d’organo presso l’Azienda Ospedaliera “G. Salvini” di Garbagnate Milanese (Mi).
2008 – 2014
Svolge attività di studio e di ricerca presso il G.R.I., Gruppo di Ricerca IRPA.
2000
È autrice della Pubblicazione scientifica: “Scegliere di non far mai più nascere” – Rivista “Nascere”, (rassegna scientifica di psicoprofilassi, psicologia e assistenza alla nascita): anno XXVIII n. 79, gennaio-aprile 2000, pp. 29-31.
1999
Riceve incarico per una conduzione di ricerca presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale S. Croce di Moncalieri (To), diretto dal Prof. Roberto Monti, sul tema: ‘Implicazioni psicologiche della sterilizzazione volontaria femminile’.
ATTIVITÀ
2009 – ad oggi
Docente Tutor dell’Istituto IRPA – Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia quadriennale post-lauream per psicologi e medici – Milano.
2009 – ad oggi
Attività di formazione a medici ed infermieri dei reparti di dialisi presso l’Azienda Ospedaliera “G. Salvini” di Garbagnate Milanese in qualità di collaboratrice borsista.
2009 – ad oggi
Formatrice ufficiale per il Servizio Civile Nazionale per la formazione generale degli operatori.
2002 – 2008
Formatrice di operatori e volontari presso la Fondazione Alessio Tavecchio Onlus (Monza), sul tema della disabilità.
RICERCA CLINICA
Psicoanalisi, dialisi e trapianti d’organo
In collaborazione con Jonas Milano e presso l’Azienda Ospedaliera “G. Salvini” di Garbagnate Milanese la dott.ssa Laura Porta conduce un gruppo clinico e di ricerca con pazienti che soffrono di una patologia cronica renale. La particolarità di questa malattia fa sì che essi debbano sottoporsi ad un regime terapeutico rigido e costante, che implica tre sedute settimanali di dialisi o l’assunzione di farmaci e ripetuti controlli diagnostici per i pazienti che hanno avuto un trapianto. Perché annoverare la patologia cronica tra i malesseri contemporanei della clinica Jonas? Questo è possibile a partire dalla considerazione che oggi la medicina prolunga la vita, nel caso dei pazienti in dialisi o trapiantati anche di molti anni, costringendo però i pazienti in una posizione nuova, impensabile fino a vent’anni fa, di assoggettamento al discorso medico che ha degli effetti che, se non elaborati, possono generare sintomi. Scrive Jean-Luc Nancy, a proposito della sua esperienza di trapianto: “Meno di vent’anni prima non si facevano trapianti (…). Fra vent’anni certamente vi saranno altri tipi di trapianto, con altri mezzi. Una contingenza personale si incrocia così con una contingenza della storia delle tecniche. Prima, sarei morto, dopo, sarei sopravvissuto in altro modo. Ma l’«io» si trova sempre rinchiuso in uno stretto spazio fra possibilità tecniche”.
Obiettivi e metodologia d’intervento
Il progetto consiste nella costituzione di gruppi di persone che abbiano a che fare col trapianto, ribadendo i vantaggi di un lavoro sul soggetto in termini di una maggiore consapevolezza che determina una migliore risposta all’intervento. La novità è quella di fare gruppi di pre- e post-trapiantati insieme, in questo modo il gruppo diviene anche una risorsa di sapere. I partecipanti al gruppo andranno accuratamente scelti attraverso dei colloqui preliminari. L´orientamento teorico psicoanalitico di chi conduce questo lavoro permette a ciascun trapiantato di dispiegare la propria storia e la propria identità, facendo del ‘trapiantato’ un significante di partenza dal quale far emergere la storia e la particolarità del soggetto, oltre che una soggettivazione della malattia e dell´intervento.
Conferenze e convegni
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